(Chiarimenti in merito a
procedimenti disciplinari a carico di un rappresentante sindacale che opera
nell'ambito del Dipartimento della protezione civile - n. 3-01068)
PRESIDENTE. Il
sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha facoltà
di rispondere all'interrogazione Lolli n. 3-01068,
concernente chiarimenti in merito a procedimenti disciplinari a carico di un
rappresentante sindacale che opera nell'ambito del Dipartimento della
protezione civile (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).
STEFANO SAGLIA, Sottosegretario
di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, corre l'obbligo di
evidenziare che il dottor Ciancio, oggetto dell'interrogazione, è stato
destinatario di un unico provvedimento disciplinare, avviato su segnalazione
del capo del Dipartimento della protezione civile, per l'accertamento della
ritenuta inosservanza delle disposizioni previste dall'articolo 11, comma 2,
del codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni,
approvato con decreto ministeriale del 28 novembre 2000 e recepito nel contratto
collettivo nazionale del personale del comparto della Presidenza del Consiglio
dei ministri.
Tale contratto, testualmente, dispone: «Salvo il diritto di esprimere
valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei
cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a
detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il
dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa».
Con decreto del 20 aprile 2010 del Dipartimento per le politiche di gestione e
di sviluppo delle risorse umane della Presidenza del Consiglio dei ministri - a
conclusione dell'attività istruttoria e delle argomentazioni rese
dall'interessato e dai suoi rappresentanti nell'audizione del 16 febbraio 2010
per i fatti al medesimo contestati - veniva inflitta al dottor Ciancio la
sanzione disciplinare del rimprovero scritto, ai sensi dell'articolo 64, comma
2, lettera a), del contratto collettivo nazionale del personale del
comparto della Presidenza del Consiglio dei ministri, per l'accertata
inosservanza delle disposizioni previste dall'articolo 11, comma 2, del citato
codice di comportamento sull'obbligo di informazione dei rapporti con gli
organi di stampa, al quale devono attenersi tutti i dipendenti della Presidenza
Pag. 7del Consiglio dei ministri, evidente
condizione che prescinde dalla posizione sindacale rivestita.
Nel citato provvedimento,
peraltro, sono state esplicitate le motivazioni concernenti l'applicazione
della sanzione del rimprovero scritto al predetto dipendente, dalle quali si
evince che il dottor Ciancio, omettendo di informare il responsabile del suo
ufficio dei suoi rapporti con gli organi di stampa, ha contravvenuto ai propri
doveri di lealtà e diligenza verso l'amministrazione, doveri posti alla base
del vincolo fiduciario che deve assistere il rapporto di lavoro dipendente.
PRESIDENTE. L'onorevole
Lolli ha facoltà di replicare.
GIOVANNI LOLLI. Signor
Presidente, ringrazio il sottosegretario, ma non mi dichiaro soddisfatto,
perché qui bisogna tornare ai fatti, che mettono in campo principi che - al di
là della dimensione limitata del provvedimento disciplinare in oggetto - richiamano
tutti noi ad un'attenzione maggiore.
È stato inflitto un provvedimento disciplinare ad un sindacalista, il quale è
accusato di aver espresso alcune critiche ad un'azione particolare
dell'amministrazione.
Faccio tre considerazioni,
signor sottosegretario. La prima è una considerazione generale, di principio: i
sindacalisti hanno questi strumenti, attraverso i quali esprimere civilmente le
loro proteste. Addirittura - lei forse non lo sa - in un primo momento
l'amministrazione ha cercato di negare che questo signore fosse un
sindacalista, quasi che a scegliere chi sono i sindacalisti non sia il
sindacato, ma la Protezione
civile. Poi vi è stata una lettera formale attraverso la quale la CGIL ha spiegato che si
tratta di un dirigente nazionale della Funzione pubblica e, almeno, questa
questione è stata risolta. Successivamente si è tenuto, attraverso il tentativo
obbligatorio di conciliazione, un incontro a cui l'amministrazione non si è
presentata, tanto è vero che i legali del sindacato impugneranno questo
provvedimento.
Insomma, o c'è un diritto
costituzionale dei cittadini e, in modo particolare, dei sindacalisti di
esprimere la propria opinione critica o non c'è.
Poi c'è un problema di merito:
sapete su cosa questo signore ha espresso queste critiche? Sul progetto di
trasformare la Protezione
civile in una Spa, ha argomentato contro questa scelta. Contro la medesima
scelta ci siamo pronunciati all'unanimità in quest'Aula. Si trattava di una
proposta del Governo, poi ritirata dal medesimo sulla base di vari emendamenti
dell'opposizione e della maggioranza e, alla fine, si è ritenuto - esattamente
come aveva detto il dottor Ciancio - che il provvedimento fosse sbagliato,
tant'è che è stato ritirato.
Infine - lasciatemelo dire
proprio perché, avendo molto a che fare con la Protezione civile, ho
una particolare simpatia e rispetto di questa struttura - noto che essa ha la
tendenza a considerare, forse perché svolge funzioni importantissime - per
carità, tutti lo riconosciamo - a sottrarsi a regole e leggi a cui tutti gli
altri sono invece sottoposti. Che questa sottrazione alle regole possa avvenire
nel rispetto di norme urbanistiche o di altre, strettamente riferite
all'occasione in cui c'è un'emergenza, è ragionevole - sempre qualora rimanesse
naturalmente strettamente limitata alle emergenze, invece abbiamo visto che
ogni tanto si deborda - ma che addirittura valga anche con riguardo alle tutele
dei propri dipendenti, dei lavoratori, francamente è inaccettabile.
Per questo ritengo questo atto,
adottato dall'amministrazione, particolarmente grave.